Benilde o la vergine madre

Benilde ou a virgem mãe

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110

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Benilde (Maria Amélia Aranda), diciottenne, annuncia di essere incinta e… ancora vergine allo stesso tempo. I familiari sono perplessi, ma un prete è convinto della sua sincerità e il fidanzato Edoardo (Jorge Rolla) accetta di sposarla ugualmente.

Prendendo spunto dal dramma omonimo di José Regio, Manoel de Oliveira firma uno dei suoi film più ambiziosi e psicologicamente profondi, con riferimenti espliciti alla religione e alla psicoanalisi. Colpisce come l'autore riesca a trattare tematiche tanto complesse con notevole delicatezza, sostenuto da tocchi onirico-fantastici e da uno stile realista che permette di credere davvero a quanto potrebbe essere avvenuto alla protagonista. Funziona meno la struttura metalinguistica, con la conclusione che sembra più una scelta di comodo che un'intuizione realmente vincente. Niente male, in ogni caso, anche perché i dialoghi sono credibili e la messinscena complessivamente efficace. È il secondo capitolo della “Tetralogia degli amori frustrati”, dopo Passato e presente (1971) e prima di Amore di perdizione (1978) e Francisca (1981).
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