Dodo (Francesco Casale) è un docente universitario introverso che passa le sue giornate a spiare l'anziano padre (Franco Branciaroli) alle prese con la sensuale infermiera Fausta (Cristina Garavaglia). Quando la moglie (Katarina Vasilissa) lo abbandona per via della piattezza che ormai lo contraddistingue, la sua vita sembra destinata a intorbidirsi.

Ispirato all'omonimo romanzo di Alberto Moravia del 1985, lo sfrontato film di Tinto Brass si ascrive senza troppi problemi alla tradizione softcore del regista milanese, nonostante la presunta raffinatezza della matrice letteraria d'origine. L'opera è, a suo modo, uno scollacciato paradigma di vizi, tentazioni e pruderie del maschio italiano eterosessuale non ancora maturo. Il voyeurismo e le ossessioni legate al sesso – mediate dai filtri dell'infanzia a quelli della vita coniugale – concorrono a fare del film un trattatello asfittico e dimenticabile su eros e paranoia. Montato da Brass stesso e scritto dal regista insieme a Vincenzo Maria Siniscalchi. Musiche di Riz Ortolani.
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