In un non precisato paese europeo, truppe naziste occupano il municipio della città. Per il pavido e impacciato maestro elementare Albert Lory (Charles Laughton) giungerà inaspettato il momento del riscatto, proprio quando la situazione richiederà il massimo sacrificio. Secondo film girato da Renoir in America, è un pamphlet politico dai toni programmatici e piuttosto didascalici, più che giustificabili se si tiene conto del contesto e del momento in cui il film fu concepito. Girato da un esule con il pensiero rivolto alla sua Francia occupata dai nazisti, mantiene volutamente una connotazione geografica indefinita, adombrando nel paese del film l'immagine dell'intera Europa calpestata dalle occupazioni tedesche. Tutto il discorso sul collaborazionismo interno, sulle azioni di sabotaggio e sulla resistenza organizzata dei cittadini costituisce un nodo centrale del pensiero e dell'azione politica di Renoir, al quale, in virtù della sua posizione di profugo, fu tuttavia imputato di non conoscere la reale situazione interna alla Francia. Qualche eccesso retorico di troppo e nessun particolare momento di intensità sono i difetti principali della pellicola, salvati in parte dall'accorata arringa finale di Charles Laughton (un pezzo di bravura che non si dimentica). A Laughton, secondo Renoir, si dovrebbe lo spunto iniziale per la realizzazione della pellicola, legato alla lettura della novella La dernière classe di Alphonse Daudet. Questa terra è mia conquistò nel 1944 l'Oscar per il miglior sonoro.