Meyer il berlinese
Meyer aus Berlin
Durata
58
Formato
Regista
Stanco della noiosa vita coniugale, il berlinese Sally Meyer (Ernst Lubitsch) si fa prescrivere una vacanza, lascia in città la moglie Paula (Ethel Orff) e parte per Berchtesgaden, località del Tirolo dove intende spassarsela in libertà. In albergo Sally conosce Kitty (Trude Troll) e inizia a corteggiarla. Ma l'idillio tra i due è destinato a finire quando Paula e Harry (Heinz Landsmann), fidanzato di Kitty, si metteranno in viaggio verso il Tirolo.
Lubitsch gioca e si diverte con un soggetto tutto sommato esile ma che presta perfettamente il fianco al tipico campionario di sberleffi e invenzioni farsesche del regista-interprete. Commedia degli equivoci che, limitata dall'assenza del sonoro, sfrutta assai bene le mimiche facciali, le gag fisiche e la reiterazione in chiave comica di malintesi e tormentoni (il continuo presentarsi di Meyer a ogni circostanza). Nulla di trascendentale, ma un film che denota un interessante spirito critico, declinato con acuta e pungente ironia, contro la classe medio-borghese. E a far capolino è anche uno scetticismo (che sarà ricorrente nei film successivi) tutt'altro che velato verso il matrimonio e le convenzioni sociali dell'epoca.
Lubitsch gioca e si diverte con un soggetto tutto sommato esile ma che presta perfettamente il fianco al tipico campionario di sberleffi e invenzioni farsesche del regista-interprete. Commedia degli equivoci che, limitata dall'assenza del sonoro, sfrutta assai bene le mimiche facciali, le gag fisiche e la reiterazione in chiave comica di malintesi e tormentoni (il continuo presentarsi di Meyer a ogni circostanza). Nulla di trascendentale, ma un film che denota un interessante spirito critico, declinato con acuta e pungente ironia, contro la classe medio-borghese. E a far capolino è anche uno scetticismo (che sarà ricorrente nei film successivi) tutt'altro che velato verso il matrimonio e le convenzioni sociali dell'epoca.