By the Stream
Suyoocheon
Durata
111
Formato
Regista
In una prestigiosa università femminile di Seul, uno scandalo sessuale mette a rischio la realizzazione di una piccola rappresentazione teatrale organizzata dalle studentesse. Una professoressa d’arte (Kim Min-hee) chiama in aiuto suo zio, un famoso attore e regista (Kwon Hae-hyo), da tempo ritiratosi in provincia. L’uomo trova in un’altra matura insegnante una sua grande ammiratrice e tra i due nasce rapidamente un sentimento profondo e sincero.
Nel suo trentaduesimo lungometraggio, dopo anni di crescente astrazione, Hong Sang-soo torna a un linguaggio più tradizionale e lineare, con una vera traccia narrativa e numerosi personaggi secondari. Come sempre, però, le sequenze più significative si svolgono a tavola: tra cibo e alcol, i protagonisti discutono di tutto, insegnamento, arte, vita, alternando progetti e rimpianti, ricordi e speranze, in un equilibrio tra amarezza e serenità. Particolarmente significativo è il pranzo tra il regista e le studentesse, dove queste si sforzano di esprimere i propri propositi per il futuro, in netto contrasto con la scena finale, in cui la coppia matura appena formatasi riflette sul tempo che scorre e sembra porre le basi per un cammino comune, tranquillo e rassicurante. Chi conosce alcuni dettagli della controversa relazione tra Hong Sang-soo e Kim Min-hee coglierà il cortocircuito tra vita e rappresentazione quando Kwon Hae-hyo — abituale alter ego del regista — racconta proprio all’attrice-musa di aver finalmente ottenuto il divorzio, dopo una lunga separazione, e di potersi ora permettere una piccola rinascita personale. Girato in soli cinque giorni, By the Stream è l’ennesima finestra che il regista coreano apre sul proprio mondo: semplice, ripetitivo, ma onesto e affascinante per chi riesce a superare l’iniziale ostacolo di forma e ritmo. Presentato al Festival di Locarno 2024, dove Kim Min-hee ha vinto il Pardo per la miglior interpretazione.