Fiori nella polvere

Blossoms in the Dust

Anno

Paese

Usa

Generi

Durata

99

Formato

Regista

Edna (Greer Garson) è una tenace texana devota alla causa degli orfani, poco amati e osteggiati perfino dalla legge. Edna decide dunque di sfidare le autorità, trasformando la sua propria dimora in una casa d'accoglienza.

Solamente un anno dopo il famosissimo Il ponte di Waterloo (1940), Mervyn LeRoy decide di mettersi al lavoro su un altro film melodrammatico, capace di smuovere gli animi e far sgorgare lacrime al pubblico più sensibile. Rispetto al titolo precedente, però, Fiori nella polvere è più convenzionale e non lesina sulla furbizia, apparendo mirato solo ad accrescere il pathos della messinscena con svolte narrative tragiche (come la condizione iniziale in cui vive la protagonista) e scelte stilistiche retoriche (la colonna sonora e la drammaticità della recitazione della Garson in primis). LeRoy dirige il tutto con mano sicura, ma nell'insieme non riesce a dissipare l'impressione di aver calcolato freddamente tutte le mosse strappalacrime. L'emozione reale è la più grande assente in quest'opera, che arranca inutilmente lungo la sua intera durata, finendo ben presto per annoiare. Evitabile.
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