Vendetta
They Won't Forget
Durata
95
Formato
Regista
In una città del Sud America, il terribile omicidio di una ragazza (Lana Turner) scuote l'opinione pubblica. Viene indagato e accusato, a torto, un giovane di colore (Edward Norris) che verrà sostenuto da un avvocato giunto da New York (Claude Rains) capace di far riaprire il caso e vincere la causa. L'opinione comune però non cambia e la folla è disposta a tutto pur di farsi giustizia.
Tratto dal romanzo Death in the Deep South di Ward Greene, Vendetta ripercorre le tappe di un terribile fatto di cronaca avvenuto nel 1913 per sensibilizzare il pubblico sul tema della giustizia. LeRoy è decisamente interessato a questa tematica, dimostrandolo sin dalle prime battute, dove espone subito la tesi secondo cui l'essere umano, per natura, è arbitro di tutte le cose. Il problema, sembra suggerirci il regista, è quando si giudica senza le competenze necessarie. Accecati da un senso di legalità solo vagheggiato e non realmente interiorizzato, i cittadini si trasformeranno da presunte vittime a effettivi carnefici, in una parabola drammaticamente significativa. Il film trova la sua unità grazie a uno stile preciso e contenuto, dosando sapientemente le componenti e procedendo in maniera calzante per tutta la sua durata. Un limite ravvisabile, però, è la titubanza da parte del regista a procedere fino in fondo, lasciandosi trasportare un po' troppo poco dai fatti che mette in scena e rischiando di dimostrare freddezza. In definitiva, un prodotto più che discreto, di cui ci si può accontentare.
Tratto dal romanzo Death in the Deep South di Ward Greene, Vendetta ripercorre le tappe di un terribile fatto di cronaca avvenuto nel 1913 per sensibilizzare il pubblico sul tema della giustizia. LeRoy è decisamente interessato a questa tematica, dimostrandolo sin dalle prime battute, dove espone subito la tesi secondo cui l'essere umano, per natura, è arbitro di tutte le cose. Il problema, sembra suggerirci il regista, è quando si giudica senza le competenze necessarie. Accecati da un senso di legalità solo vagheggiato e non realmente interiorizzato, i cittadini si trasformeranno da presunte vittime a effettivi carnefici, in una parabola drammaticamente significativa. Il film trova la sua unità grazie a uno stile preciso e contenuto, dosando sapientemente le componenti e procedendo in maniera calzante per tutta la sua durata. Un limite ravvisabile, però, è la titubanza da parte del regista a procedere fino in fondo, lasciandosi trasportare un po' troppo poco dai fatti che mette in scena e rischiando di dimostrare freddezza. In definitiva, un prodotto più che discreto, di cui ci si può accontentare.