Don Camillo (Fernandel) e Peppone (Gino Cervi) si trovano a Roma rispettivamente con l'incarico di monsignore e senatore. Ma intanto, a Brescello, scoppia una lite tra cattolici e comunisti, motivo per il quale la coppia tornerà nel loro paesino.

Quarto episodio della saga di Don Camillo e secondo diretto da Carmine Gallone, Don Camillo monsignore... ma non troppo si avvale di una regia meticolosa e precisa che però manca di originalità. Proprio come il capitolo precedente, Don Camillo e l'onorevole Peppone (1955), le trovate divertenti e spassose sono presenti (l'incontro dei due in treno; i continui dispetti durante il bagno nel fiume o la scena del totocalcio) ma sono quasi tutte da accreditare al brio della serie di racconti da cui i film sono tratti. La pellicola è decisamente tirata troppo per le lunghe e in breve inizia a ripiegarsi su se stessa, riproponendo situazioni già viste e gag già note. Il duo formato da Cervi e Fernandel si riconferma una grande coppia comica, ma da solo non è sufficiente a reggere la pellicola fino in fondo. Gli attori appaiono decisamente invecchiati dal trucco poiché questo sarebbe dovuto essere l'ultimo episodio della serie ma, dato il successo al botteghino, i produttori decisero di realizzare un ennesimo seguito: Il compagno Don Camillo (1965).

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