Barbarossa
Akahige
1965
Paese
Giappone
Genere
Drammatico
Durata
185 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Akira Kurosawa
Attori
Toshirō Mifune
Yuzō Kayama
Tsutomu Yamazaki
Reiko Dan
Terumi Niki
Takashi Shimura
Yoshitaka Zushi
Kyōko Kagawa
Primi dell'Ottocento. Aspirante medico dall'indole altera, il giovane tirocinante Yasumoto (Yuzō Kayama) viene assegnato a un ospedale pubblico e si scontra violentemente con il direttore Kyojō Niide detto Barbarossa (Toshirō Mifune). Capirà il valore della vita attraverso la sofferenza e tenterà di aiutare alcuni reietti, tra cui una quindicenne malata di mente (Terumi Niki). Akira Kurosawa adatta (con Masato Ide, Hideo Oguni e Ryuzō Kikushima) un romanzo di Shugorō Yamamoto e, contaminandolo con la poetica esistenzialista dello scrittore russo Fëdor Dostoevskij, mette in scena quei “bassifondi” a lui tanto cari, già tratteggiati nell'omonimo film del 1957. La miseria di un'umanità ridotta quasi al livello bestiale: con la consueta empatia e uno spirito umanitario fortissimo, il regista partecipa alla disperazione dei suoi personaggi (l'adolescente salvata da un destino di prostituzione; il piccolo ladruncolo, interpretato da Yoshitaka Zushi, che avvelena se stesso e la famiglia pur di non soffrire la fame), in un limbo di desolazione comunque rischiarato da una flebile speranza. Al centro della narrazione, il rapporto tra allievo e maestro, il cui incontro non è mai stato tanto distante; e proprio in questo consiste il punto debole del film, con due protagonisti troppo schematicamente opposti e caratterizzati da un'evoluzione a tratti eccessivamente didascalica. In ogni caso, un'importante testimonianza sulla poetica di un autore tra i più importanti del XX secolo. L'opera segnò la fine della collaborazione tra Kurosawa e Mifune, che vinse la Coppa Volpi come miglior attore alla Mostra del Cinema di Venezia.
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