Sanjuro
Tsubaki SanjurĹ
Durata
96
Formato
Regista
Giunto in una provincia giapponese dominata dalla corruzione, il solitario samurai SanjurĹ (ToshirĹ Mifune) si allea con nove giovani aspiranti guerrieri, decisi a combattere il disonesto amministratore Kurofuji (Takashi Shimura). Insegnerà loro il potere dell'astuzia e della diplomazia, imparando a sua volta il valore della vita umana.
Akira Kurosawa adatta con Hideo Oguni e RyuzĹ Kikushima un romanzo di ShugorĹ Yamamoto, realizzando una sorta di seguito ideale del suo precedente La sfida del samurai (1961). Il protagonista (sempre interpretato da ToshirĹ Mifune) è il medesimo, gli intenti assai diversi: anziché mettere in scena una parodica e stilizzata apologia contro l'avidità umana, il regista si dimostra in questo caso assai cauto e decide di tratteggiare e sviscerare uno dei suoi temi feticcio, il rapporto tra allievo e maestro. Il risultato è incisivo e convincente, costellato da inserti morali («Era proprio necessario uccidere tutte le guardie? Le buone spade devono rimanere nel fodero») e momenti quasi teneri nella loro lieve ironia (i siparietti tra SanjurĹ e gli inesperti guerrieri). Non certo uno dei film piĂą profondi e illuminanti di Kurosawa (la contaminazione tra avventura, epica e western risulta meno equilibrata rispetto al capitolo precedente), ma la profonda umanità che innerva ogni scena (con menzione d'onore per lo splendido finale) e l'andamento quasi fiabesco colpiscono spesso nel segno. Notevole performance dell'ottimo Mifune. Musiche di Masaru SatĹ, fotografia di FukuzĹ Loizumi e Takao SaitĹ.
Akira Kurosawa adatta con Hideo Oguni e RyuzĹ Kikushima un romanzo di ShugorĹ Yamamoto, realizzando una sorta di seguito ideale del suo precedente La sfida del samurai (1961). Il protagonista (sempre interpretato da ToshirĹ Mifune) è il medesimo, gli intenti assai diversi: anziché mettere in scena una parodica e stilizzata apologia contro l'avidità umana, il regista si dimostra in questo caso assai cauto e decide di tratteggiare e sviscerare uno dei suoi temi feticcio, il rapporto tra allievo e maestro. Il risultato è incisivo e convincente, costellato da inserti morali («Era proprio necessario uccidere tutte le guardie? Le buone spade devono rimanere nel fodero») e momenti quasi teneri nella loro lieve ironia (i siparietti tra SanjurĹ e gli inesperti guerrieri). Non certo uno dei film piĂą profondi e illuminanti di Kurosawa (la contaminazione tra avventura, epica e western risulta meno equilibrata rispetto al capitolo precedente), ma la profonda umanità che innerva ogni scena (con menzione d'onore per lo splendido finale) e l'andamento quasi fiabesco colpiscono spesso nel segno. Notevole performance dell'ottimo Mifune. Musiche di Masaru SatĹ, fotografia di FukuzĹ Loizumi e Takao SaitĹ.