Alto, basso, fragile
Haut bas fragile
Durata
169
Formato
Regista
Tre donne parigine (Marianne Denicourt, Nathalie Richard, Laurence Côte) fanno il punto sulla loro esistenza, tra scambi di battute e dolorosi compendi, andando a zonzo per la capitale francese e trovando, forse, se stesse. Non tutte però, com'è ovvio, giungeranno alle stesse conclusioni, facendo emergere le rispettive diversità.
Il pioniere e padre costituente della Nouvelle Vague Jacques Rivette si rimmerge in un contesto parigino, a lui estremamente affine, ammantandolo la capitale francese di un'atmosfera solitaria e arcana, evocativa e distesa, ma tutto sommato esile e leggerina. La matrice teatrale dell'estremismo cinematografico di Rivette è presente in maniera molto marcata e non manca di soffocare il respiro del film dentro esiti stantii e intermezzi musicali, che spesso lasciano il tempo che trovano. Ma se c'è una dote che il regista non ha è proprio il dono della sintesi, una falla nel suo atteggiamento verso il mezzo cinematografico che in molti casi rasenta veramente l'insopportabile. In mezzo al caotico andirivieni di suggestioni, è tuttavia Anna Karina a svettare e ergersi ancora una volta in tutta la sua incredibile statura d'attrice e di icona cardine di una intera epoca. In Italia il film uscì con ben quaranta minuti in meno, nel tentativo disperato di mettere una pezza al suo fluviale minutaggio.
Il pioniere e padre costituente della Nouvelle Vague Jacques Rivette si rimmerge in un contesto parigino, a lui estremamente affine, ammantandolo la capitale francese di un'atmosfera solitaria e arcana, evocativa e distesa, ma tutto sommato esile e leggerina. La matrice teatrale dell'estremismo cinematografico di Rivette è presente in maniera molto marcata e non manca di soffocare il respiro del film dentro esiti stantii e intermezzi musicali, che spesso lasciano il tempo che trovano. Ma se c'è una dote che il regista non ha è proprio il dono della sintesi, una falla nel suo atteggiamento verso il mezzo cinematografico che in molti casi rasenta veramente l'insopportabile. In mezzo al caotico andirivieni di suggestioni, è tuttavia Anna Karina a svettare e ergersi ancora una volta in tutta la sua incredibile statura d'attrice e di icona cardine di una intera epoca. In Italia il film uscì con ben quaranta minuti in meno, nel tentativo disperato di mettere una pezza al suo fluviale minutaggio.