La pattuglia sperduta
The Lost Patrol
Durata
73
Formato
Regista
Durante la Prima guerra mondiale, una pattuglia inglese si perde nel deserto mesopotamico, dove viene presa di mira e decimata lentamente dai micidiali attacchi dei nemici arabi.
Da un romanzo di Philip MacDonald, già adattato nel 1929, Ford ricava un'opera potente e archetipica, dove il dramma psicologico si mescola al genere bellico. Il regista attua un'operazione analoga a quella del successivo e ben più celebrato Ombre rosse (1939), ovvero ci mostra le dinamiche che esplodono in un gruppo eterogeneo di personaggi inseriti in uno spazio ostile, alle prese con una situazione estrema. L'oasi e le dune – ricostruite nel deserto di Yuma, Arizona – si trasformano così in quinte teatrali, pur senza annullare il fascino magnetico del paesaggio desertico: vanno in scena i conflitti tra i protagonisti e il logoramento di fronte a un nemico invisibile e devastante, in un climax di tensione cui saranno debitori tanti futuri film “d'assedio”. I dialoghi sono preponderanti rispetto all'azione, ma definiscono i caratteri, tra i quali emergono il valoroso sergente (Victor McLaglen), il mistico Sanders (Boris Karloff), il materialista Brown (Reginald Denny). Oscar alla colonna sonora di Max Steiner. Rifatto in Unione Sovietica con Trinadtsat (1936) di Mikhail Romm, che a sua volta ispirerà l'americano Sahara (1943) di Zoltan Korda.
Da un romanzo di Philip MacDonald, già adattato nel 1929, Ford ricava un'opera potente e archetipica, dove il dramma psicologico si mescola al genere bellico. Il regista attua un'operazione analoga a quella del successivo e ben più celebrato Ombre rosse (1939), ovvero ci mostra le dinamiche che esplodono in un gruppo eterogeneo di personaggi inseriti in uno spazio ostile, alle prese con una situazione estrema. L'oasi e le dune – ricostruite nel deserto di Yuma, Arizona – si trasformano così in quinte teatrali, pur senza annullare il fascino magnetico del paesaggio desertico: vanno in scena i conflitti tra i protagonisti e il logoramento di fronte a un nemico invisibile e devastante, in un climax di tensione cui saranno debitori tanti futuri film “d'assedio”. I dialoghi sono preponderanti rispetto all'azione, ma definiscono i caratteri, tra i quali emergono il valoroso sergente (Victor McLaglen), il mistico Sanders (Boris Karloff), il materialista Brown (Reginald Denny). Oscar alla colonna sonora di Max Steiner. Rifatto in Unione Sovietica con Trinadtsat (1936) di Mikhail Romm, che a sua volta ispirerà l'americano Sahara (1943) di Zoltan Korda.