Camille (Jeanne Balibar) è un'attrice teatrale che si è trasferita in Italia dalla Francia. Con il suo compagno, l'italiano Ugo (Sergio Castellitto), si ritrova a dover mettere in scena una commedia di Pirandello, mentre Ugo è impegnato nel reperimento di un'opera di Goldoni totalmente inedita.

Rivette firma un film abbastanza debole e complessivamente a dir poco minore nel quadro della sua filmografia, con personaggi di plastilina, psicologicamente troppo manipolati e ancor meno credibili. Un valzer sentimentale che non ha certo le coloriture e le tonalità accese della commedia dell'arte, assestato pigramente su una stanca e logora cerebralità. Solo a tratti la ronda attoriale e le ragioni del cuore di Rivette carpiscono l'attenzione dello spettatore, tenendolo rigorosamente a distanza nella stragrande maggioranza dei casi (e delle disquisizioni). I dialoghi affettivi funzionano poco, gli inserti filosofici sono a dir poco pasticciati e domina incontrastata una fastidiosa arietta di Gauche caviar transalpina.
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