Per mettere in pratica l'equivalenza tra sesso e felicità, Eddie Mordace (Al Lettieri), impiegato in una multinazionale americana, allestisce a Milano una casa chiusa per signore. Recluterà bizzarri personaggi, tra cui il conte Ugolino (Christian De Sica), il pugile impotente Adone (Gianni Cavina) e lo stupratore Ivanoe (Gigi Proietti).

Pupi Avati prosegue nei suoi intenti di satira corrosiva: dopo La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone (1975), in cui prendeva di mira la religione, l'autore emiliano si diverte a ironizzare sui tabù della mercificazione e del sesso a pagamento, non rinunciando a qualche pesante stoccata sulla politica. Un film anomalo ed estremo, distante da quella rarefazione sommessa e nostalgica su cui Avati si avventurerà negli anni a venire: dissacrante, grottesco ma a tratti decisamente caricaturale, Bordella rimane un esperimento a suo modo interessante ma vittima di troppi alti e bassi e di diversi passaggi a vuoto. Cast in discreta forma; George Eastman è Simbad, Taryn Power è Olimpia. Scritto dal regista con il fratello Antonio, Gianni Cavina e Maurizio Costanzo. Musiche di Amedeo Tommasi, fotografia di Erico Menczer.
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