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Il figlio più piccolo
Durata
100
Formato
Regista
Luciano Baietti (Christian De Sica) sta con Fiamma (Laura Morante), ma è un approfittatore che la sposa solo per mettere le mani su dei suoi possedimenti familiari e poi la lascia. Sergio (Luca Zingaretti) lo aiuta nei suoi loschi affari. Anni dopo, Luciano tenterà un nuovo raggiro facendo leva sul più bonario dei figli avuti da Fiamma, Baldo (Nicola Nocella).
Avati rispolvera il lato sulla carta più cinico e meno malinconico della sua anima da regista di provincia, attaccato a storie di uomini fragili, meschini, respingenti e poco raccomandabili. Tenta anche la carta della riabilitazione drammatica di un attore comico, come già fatto con Diego Abatantuono in Regalo di Natale (1986): in questo caso è Christian De Sica che, alla larga dai cinepanettoni che ne hanno monopolizzato carriera fino allo sfinimento, si concede un'insolita incursione in un ruolo non brillante e soprattutto non farsesco, nei panni di un personaggio dai valori morali assai discutibili. La mano di Avati è però superficiale e inerme, sfocata e pasticciata nell'accusa a una borghesia sempre più “piccola piccola”, parafrasando il titolo di un celebre film di Monicelli. Nelle intenzioni una denuncia di costume affilata e sottile, ma di fatto manichea e pressappochista. .
Avati rispolvera il lato sulla carta più cinico e meno malinconico della sua anima da regista di provincia, attaccato a storie di uomini fragili, meschini, respingenti e poco raccomandabili. Tenta anche la carta della riabilitazione drammatica di un attore comico, come già fatto con Diego Abatantuono in Regalo di Natale (1986): in questo caso è Christian De Sica che, alla larga dai cinepanettoni che ne hanno monopolizzato carriera fino allo sfinimento, si concede un'insolita incursione in un ruolo non brillante e soprattutto non farsesco, nei panni di un personaggio dai valori morali assai discutibili. La mano di Avati è però superficiale e inerme, sfocata e pasticciata nell'accusa a una borghesia sempre più “piccola piccola”, parafrasando il titolo di un celebre film di Monicelli. Nelle intenzioni una denuncia di costume affilata e sottile, ma di fatto manichea e pressappochista. .
