L'americana Isabel (Kate Hudson) vola a Parigi per consolare la sorella (Naomi Watts), alle prese con un divorzio difficile. Qui incontra la benevolenza di una scrittrice yankee (Glenn Close), e si lascia incantare dagli amori e dalle magiche atmosfere della capitale francese.

Scritto dal regista in collaborazione con la fidata Ruth Prawer Jhabvala, fa intuire quanto siano lontani per Ivory i tempi di Quel che resta del giorno (1993): Le divorce – Americane a Parigi è un guazzetto imbarazzante di stereotipi e banalità, un concentrato di luoghi comuni e di demarcazioni psico-geografiche tra americani e parigini, condensato in quasi due ore di fumi e sentimentalismi a buon mercato. Dispiace vedere interpreti di razza come Glenn Close, Leslie Caron e Stockhard Channing piegate al soldo di un autore allo sbando creativo più totale; dispiace vedere sprecate due attrici di buon talento come Kate Hudson e Naomi Watts; dispiace intuire come, alle volte, si possa ragionare su un Paese e la sua cultura solo attraverso procedimenti così superficiali da atterrire. Disastro ai botteghini di tutto il mondo.
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