Paolo Ciottoli (Paolo Villaggio), giornalista oberato dai debiti e sull'orlo del suicidio, scopre di avere vinto cinque miliardi alla lotteria di Capodanno. Decide di nascondere il biglietto in una macchina da scrivere, che gli viene però sequestrata da un ufficiale giudiziario. La ricerca innescherà una serie di rocambolesche disavventure.

Commedia made in Italy di matrice spiccatamente fantozziana: Paolo Ciottoli altro non è che un epigono del celebre ragioniere, simbolo di vessazioni e ipocrisie nazionali. Ovvio, quindi, che il film manchi di spessore e originalità, finendo per ripetere a ciclo continuo gli stessi siparietti tragicomici. Il ritmo, però, è abbastanza sostenuto e il meccanismo catastrofico (un protagonista che, cercando di risolvere i suoi guai, finisce per crearne sempre di nuovi) arriva a esiti talmente estremi da sfiorare l'assurdo, risultando tutto sommato simpatico. In ogni caso il cast, monocorde e macchiettistico, non aiuta. Camei di Giancarlo Magalli e Valerio Merola nei panni di loro stessi. Sceneggiatura del regista Neri Parenti, Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Alessandro Bencivenni e Domenico Saverni.
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