Kes
Kes
Durata
110
Formato
Regista
Il quindicenne Billy Casper (David Bradley) ha difficoltà di apprendimento a scuola, non è compreso dagli insegnanti, ha problemi con i coetanei e subisce le angherie del fratellastro Jud (Freddie Fletcher). Trova il suo riscatto umano quando cattura un falchetto, che ammaestra con dedizione e amore ma, per ripicca, l'animale verrà ucciso dal suo fratellastro.
Ispirato al romanzo A Kestrel for a Knave (1968) di Barry Hines, è un film estremamente toccante e commovente nel ritrarre le ambizioni troncate e represse del piccolo Billy, che intende distaccarsi dalla prossemica del working-class hero e congloba tutto l'amore che ha in un falchetto da educare destinato a un orribile epilogo. È l'animale (il Kes del titolo, da Kestrel, falchetto) a garantire l'evasione dalla realtà, l'allontanamento da un inferno ordinario e respingente; ed è la morte dello stesso a riportare il protagonista, con tutta probabilità, all'antico turbamento iniziale. Una tragedia sottoproletaria in sordina, un film a suo modo arrabbiato e dolcissimo, tra i più efficaci di Loach proprio perché in grado di trascendere ciò che conosciamo in merito alle dinamiche “storiche” e “logiche” del suo cinema. David Bradley (premiato con il Bafta 1971 come miglior rivelazione) è un protagonista indimenticabile, ma la ricchezza della pellicola va ben oltre la sua interpretazione.
Ispirato al romanzo A Kestrel for a Knave (1968) di Barry Hines, è un film estremamente toccante e commovente nel ritrarre le ambizioni troncate e represse del piccolo Billy, che intende distaccarsi dalla prossemica del working-class hero e congloba tutto l'amore che ha in un falchetto da educare destinato a un orribile epilogo. È l'animale (il Kes del titolo, da Kestrel, falchetto) a garantire l'evasione dalla realtà, l'allontanamento da un inferno ordinario e respingente; ed è la morte dello stesso a riportare il protagonista, con tutta probabilità, all'antico turbamento iniziale. Una tragedia sottoproletaria in sordina, un film a suo modo arrabbiato e dolcissimo, tra i più efficaci di Loach proprio perché in grado di trascendere ciò che conosciamo in merito alle dinamiche “storiche” e “logiche” del suo cinema. David Bradley (premiato con il Bafta 1971 come miglior rivelazione) è un protagonista indimenticabile, ma la ricchezza della pellicola va ben oltre la sua interpretazione.