Montecarlo
Monte Carlo
Durata
90
Formato
Regista
La contessa Vera (Jeanette MacDonald) sfugge alle nozze con il principe Otto Von Seibenheim (Claude Allister) e scappa a Montecarlo. Qui diventa oggetto delle attenzioni del conte Rudolph (Jack Buchanan), ma lo rifiuta con tenacia. Per frequentare la donna di cui si è innamorato, Rudolph si finge parrucchiere e si fa assumere dalla contessa. Presto Vera si innamorerà di lui e il gioco di reciproche finzioni è destinato a concludersi con un lieto fine.
Secondo film sonoro e secondo musical per Lubitsch che si serve ancora una volta del talento recitativo e canterino di Jeanette MacDonald. Il regista mostra di maneggiare perfettamente le nuove potenzialità del linguaggio cinematografico, valorizzando la musicalità del linguaggio (nella versione originale sono numerose le rime baciate che ricorrono nei dialoghi) e della colonna sonora. Il tutto è arricchito dalla consueta collezione di licenziosità più o meno esplicite, inganni e equivoci sentimentali che coesistono in un calibratissimo gioco cinematografico con ingegnose trovate spettacolari. Forse fin troppo esile nella trama e sorretto principalmente dalla bravura dei due protagonisti, il film soffre di discontinuità (specie in una seconda parte fin troppo prevedibile), ma rimane un piacevole prodotto d'evasione.
Secondo film sonoro e secondo musical per Lubitsch che si serve ancora una volta del talento recitativo e canterino di Jeanette MacDonald. Il regista mostra di maneggiare perfettamente le nuove potenzialità del linguaggio cinematografico, valorizzando la musicalità del linguaggio (nella versione originale sono numerose le rime baciate che ricorrono nei dialoghi) e della colonna sonora. Il tutto è arricchito dalla consueta collezione di licenziosità più o meno esplicite, inganni e equivoci sentimentali che coesistono in un calibratissimo gioco cinematografico con ingegnose trovate spettacolari. Forse fin troppo esile nella trama e sorretto principalmente dalla bravura dei due protagonisti, il film soffre di discontinuità (specie in una seconda parte fin troppo prevedibile), ma rimane un piacevole prodotto d'evasione.