La valanga

1806: in pieno periodo napoleonico, un villaggio svizzero è occupato dai soldati francesi e minacciato da una incombente valanga. Il cacciatore Marcus (John Barrymore) e Ciglia (Camilla Horn), nipote del prete del villaggio, si amano, ma il destino sembra opporsi in tutti i modi alla loro unione. Solo la maestosa e intimidatoria montagna potrà forse aiutare i due amanti infelici.

L'ultimo film muto firmato da Lubitsch è un melodramma sciapo e poco ispirato: una variazione sul tema dell'amore impossibile ma inestinguibile e destinato a sublimarsi solo in una dimensione altra rispetto a quella terrena. Ma la narrazione procede faticosamente, macchinosa e piuttosto prevedibile, giocando sulle contrapposizioni e i dualismi che si confrontano e scontrano in maniera facile e, soprattutto, poco partecipe. Ed è davvero difficile per gli spettatori identificarsi e appassionarsi alle vicende di personaggi così bidimensionali e banali: la storia si trascina stancamente e la sua pochezza di fondo la porta ad essere dimenticata rapidamente. La maestria registica di Lubitsch si manifesta solo a sprazzi, come se il cineasta volesse risparmiarsi svolgendo con composta professionalità un progetto scarsamente sentito. Uno dei rari flop al botteghino per Lubitsch. Il film uscì in sala dopo l'avvento del sonoro e venne aggiunta in post-produzione la colonna sonora di Hugo Reisenfeld.