
Rosita
Rosita
Durata
90
Formato
Regista
Il re di Spagna (Holbrook Blinn) partecipa al carnevale di Siviglia e qui rimane stregato dalla bella cantante di strada Rosita (Mary Pickford). La ragazza è refrattaria alle lusinghe del monarca e lo insulta, finendo in prigione. L'affascinante Don Diego (George Walsh) cerca di difendere Rosita, ma viene arrestato a sua volta. I due si innamorano, ma il Re di Spagna non si dà per vinto: vuole fare di Rosita sua dama di corte, incurante della gelosia della regina (Irene Rich).
Primo film girato da Lubitsch negli Stati Uniti e unica collaborazione tra il regista e l'interprete-produttrice Mary Pickford. L'attrice offrì un ricchissimo contratto a Lubitsch per farlo trasferire dall'Europa, ma i due ebbero numerose incomprensioni a livello artistico; tanto più che parte del lavoro fu completato da Raoul Walsh (il cui fratello, George, interpreta Don Diego). Adattamento del lavoro teatrale Don César de Bazan di Adolphe d'Ennery e Philippe Dumanoir, un altalenante ibrido tra la vena kolossal del Lubitsch anni Venti e quella più faceta e iconoclasta dell'intera produzione del regista tedesco. L'umorismo e la vena dissacratoria nei confronti del potere (incarnato da un re egoista e grossolano, quando non ridicolo) funzionano, ma a corrente alternata, in un melò dall'intreccio prevedibile ma tutto sommato godibile. Divertita la prova della Pickford, divertente quella di Holbrook Blinn.
Primo film girato da Lubitsch negli Stati Uniti e unica collaborazione tra il regista e l'interprete-produttrice Mary Pickford. L'attrice offrì un ricchissimo contratto a Lubitsch per farlo trasferire dall'Europa, ma i due ebbero numerose incomprensioni a livello artistico; tanto più che parte del lavoro fu completato da Raoul Walsh (il cui fratello, George, interpreta Don Diego). Adattamento del lavoro teatrale Don César de Bazan di Adolphe d'Ennery e Philippe Dumanoir, un altalenante ibrido tra la vena kolossal del Lubitsch anni Venti e quella più faceta e iconoclasta dell'intera produzione del regista tedesco. L'umorismo e la vena dissacratoria nei confronti del potere (incarnato da un re egoista e grossolano, quando non ridicolo) funzionano, ma a corrente alternata, in un melò dall'intreccio prevedibile ma tutto sommato godibile. Divertita la prova della Pickford, divertente quella di Holbrook Blinn.