Il grande sentiero
Cheyenne Autumn
Durata
154
Formato
Regista
Condannati a vivere in condizioni miserevoli, i Cheyenne decidono di fuggire dalla riserva e tornare nelle loro terre d'origine. Al capitano Thomas Archer (Richard Widmark) spetta il compito di fermarli: il militare cercherà in tutti i modi una soluzione non violenta.
L'ultimo western con la firma di John Ford, ispirato a un episodio reale, è un commosso omaggio ai Nativi americani, maltrattati dalla Storia e condannati dal cinema hollywoodiano a vestire, peraltro anche in molti film dello stesso regista, i panni dei villain. È vero che a impersonare gli indiani protagonisti sono chiamati attori statunitensi o messicani, ma Ford (nella realtà grande amico della comunità navajo, cui appartengono le numerose comparse) dipinge il ritratto di un popolo intelligente, sensibile e dotato di grande dignità. Molte sequenze sono di valore (in primis la battaglia al forte, che sembra quasi rievocare lo storico massacro di Wounded Knee), ma il film è lento, confusionario, a tratti stagnante. Artisticamente, l'operazione è riuscita a metà, eppure conta per il suo crepuscolarismo amaro: l'“autunno” dei Cheyenne del titolo originale è anche quello del regista. Divertente il breve interludio con James Stewart nei panni del celebre Wyatt Earp, spesso tagliato nei passaggi televisivi.
L'ultimo western con la firma di John Ford, ispirato a un episodio reale, è un commosso omaggio ai Nativi americani, maltrattati dalla Storia e condannati dal cinema hollywoodiano a vestire, peraltro anche in molti film dello stesso regista, i panni dei villain. È vero che a impersonare gli indiani protagonisti sono chiamati attori statunitensi o messicani, ma Ford (nella realtà grande amico della comunità navajo, cui appartengono le numerose comparse) dipinge il ritratto di un popolo intelligente, sensibile e dotato di grande dignità. Molte sequenze sono di valore (in primis la battaglia al forte, che sembra quasi rievocare lo storico massacro di Wounded Knee), ma il film è lento, confusionario, a tratti stagnante. Artisticamente, l'operazione è riuscita a metà, eppure conta per il suo crepuscolarismo amaro: l'“autunno” dei Cheyenne del titolo originale è anche quello del regista. Divertente il breve interludio con James Stewart nei panni del celebre Wyatt Earp, spesso tagliato nei passaggi televisivi.