Pellegrinaggio
Pilgrimage
Durata
96
Formato
Regista
Hannah Jessop (Henrietta Crosman) è una fiera matrona dell'Arkansas che ostacola in tutti i modi l'amore tra il figlio Jim (Norman Foster) e Mary (Marian Nixon), tanto da farlo arruolare per la Grande Guerra. Ma il ragazzo muore in battaglia: anni dopo, la madre troverà redenzione dal senso di colpa compiendo un viaggio in Francia, sulla tomba di Jim.
Stavolta John Ford si muove lontano dai territori del western o del film d'avventura, cimentandosi in un turgido e melenso feuilleton. Al centro, vi è un personaggio femminile imperfetto in cerca di riscatto dai propri errori, a confermare come, scavando in profondità, il cinema di un regista considerato cantore dell'universo virile abbia in fondo regalato un ricco elenco di eroine sui generis. Altro elemento tipicamente fordiano è l'accenno alla guerra (per molti versi, possiamo accostare questo film al precedente L'ultima gioia del 1928), di cui qui ci viene presentato un tema come il paradossale dramma delle madri rese “orfane” dei loro figli. Il sentimentalismo abbonda, ma è rinfrescato da una certa dose di leggerezza e da alcune scelte scenografiche particolarmente suggestive (vedi l'iconicità del paesaggio dell'Arkansas e del cimitero francese). Fortemente sconsigliato, comunque, a chi non è fan dei film strappalacrime.
Stavolta John Ford si muove lontano dai territori del western o del film d'avventura, cimentandosi in un turgido e melenso feuilleton. Al centro, vi è un personaggio femminile imperfetto in cerca di riscatto dai propri errori, a confermare come, scavando in profondità, il cinema di un regista considerato cantore dell'universo virile abbia in fondo regalato un ricco elenco di eroine sui generis. Altro elemento tipicamente fordiano è l'accenno alla guerra (per molti versi, possiamo accostare questo film al precedente L'ultima gioia del 1928), di cui qui ci viene presentato un tema come il paradossale dramma delle madri rese “orfane” dei loro figli. Il sentimentalismo abbonda, ma è rinfrescato da una certa dose di leggerezza e da alcune scelte scenografiche particolarmente suggestive (vedi l'iconicità del paesaggio dell'Arkansas e del cimitero francese). Fortemente sconsigliato, comunque, a chi non è fan dei film strappalacrime.