La pretora
Durata
98
Formato
Regista
Viola Orlando (Edwige Fenech), irreprensibile pretore in un paesino della provincia veneta, ha una sorella gemella, Rosa (Edwige Fenech), disinibita e libertina. Il truffatore Raffaele Esposito (Raf Luca) la userà come arma di ricatto, fotografandola in situazioni scabrose e compromettenti con l'aiuto dell'avvocato Bortolon (Mario Maranzana).
Lucio Fulci irrompe nel genere della commedia sexy all'italiana e tenta una riflessione ad ampio raggio su femminismo, bigottismo e ignoranza della provincia, temi distillati all'interno di uno script accattivante anche se un po' triviale (i termini “fellatio” e “sodomia” tradotti nel gergo materialistico di uso comune). Il ritmo è buono, alcune macchiette sono esilaranti (il cancelliere erotomane Francesco Lo Presti, interpretato da Oreste Lionello) e l'audacia visiva è apprezzabile (Edwige Fenech, in un doppio ruolo, si spoglia generosamente), ma alcune lungaggini di troppo e una parte finale sconclusionata compromettono le sorti di un film che avrebbe potuto dare esiti ben migliori. Allusioni linguistiche particolarmente spinte («L'affare si è ingrossato da quando l'ho preso io in mano») e cast altalenante (inutile Giancarlo Dettori nel ruolo di Renato, amante di Viola; ottimo Gianni Agus, che interpreta l'industriale Angelo Scotti). Sceneggiatura di Franco Marotta e Laura Toscano, con partecipazione ai dialoghi di Franco Mercuri. Musiche di Nico Fidenco.
Lucio Fulci irrompe nel genere della commedia sexy all'italiana e tenta una riflessione ad ampio raggio su femminismo, bigottismo e ignoranza della provincia, temi distillati all'interno di uno script accattivante anche se un po' triviale (i termini “fellatio” e “sodomia” tradotti nel gergo materialistico di uso comune). Il ritmo è buono, alcune macchiette sono esilaranti (il cancelliere erotomane Francesco Lo Presti, interpretato da Oreste Lionello) e l'audacia visiva è apprezzabile (Edwige Fenech, in un doppio ruolo, si spoglia generosamente), ma alcune lungaggini di troppo e una parte finale sconclusionata compromettono le sorti di un film che avrebbe potuto dare esiti ben migliori. Allusioni linguistiche particolarmente spinte («L'affare si è ingrossato da quando l'ho preso io in mano») e cast altalenante (inutile Giancarlo Dettori nel ruolo di Renato, amante di Viola; ottimo Gianni Agus, che interpreta l'industriale Angelo Scotti). Sceneggiatura di Franco Marotta e Laura Toscano, con partecipazione ai dialoghi di Franco Mercuri. Musiche di Nico Fidenco.