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Manhattan Baby
Durata
89
Formato
Regista
Durante una spedizione archeologica in Egitto, il professor George Hacker (Christopher Connelly) risveglia un'antica maledizione. Le forze oscure agiranno contro di lui attraverso la giovane figlia Susie (Brigitta Boccoli), posseduta da un maleficio apparentemente irreversibile.
Dopo essersi cimentato in una serie di pellicole caratterizzate da una fortissima componente gore e una personale e originale rilettura di stilemi horror, Lucio Fulci decide di tirare il freno a mano e optare per una via differente. Nello stesso anno di Lo squartatore di New York (1982), il regista romano sceglie di costruire un film in cui siano prevalenti un'atmosfera sottile e un gioco di sospensione dell'attesa, pur non rinunciando totalmente agli eccessi che caratterizzano le opere precedenti. La narrazione parte dall'Egitto e segue la successione degli eventi, punteggiati da manifestazioni soprannaturali e da presenze maligne che tormentano la famiglia dell'archeologo Hacker, tentando di instillare nello spettatore una tensione crescente sino al climax finale. Lodevoli le intenzioni, anche se il risultato è deludente, causa l'approssimazione del comparto visivo e la recitazione pedestre. Esclusivamente per gli appassionati del genere. Sceneggiatura di Elisa Briganti e Dardano Sacchetti, musiche di Fabio Frizzi.
Dopo essersi cimentato in una serie di pellicole caratterizzate da una fortissima componente gore e una personale e originale rilettura di stilemi horror, Lucio Fulci decide di tirare il freno a mano e optare per una via differente. Nello stesso anno di Lo squartatore di New York (1982), il regista romano sceglie di costruire un film in cui siano prevalenti un'atmosfera sottile e un gioco di sospensione dell'attesa, pur non rinunciando totalmente agli eccessi che caratterizzano le opere precedenti. La narrazione parte dall'Egitto e segue la successione degli eventi, punteggiati da manifestazioni soprannaturali e da presenze maligne che tormentano la famiglia dell'archeologo Hacker, tentando di instillare nello spettatore una tensione crescente sino al climax finale. Lodevoli le intenzioni, anche se il risultato è deludente, causa l'approssimazione del comparto visivo e la recitazione pedestre. Esclusivamente per gli appassionati del genere. Sceneggiatura di Elisa Briganti e Dardano Sacchetti, musiche di Fabio Frizzi.
