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Lo squartatore di New York
Durata
91
Formato
Regista
Mentre nella città di New York si susseguono violenti e misteriosi delitti ai danni di alcune donne, il tenente di polizia Williams (Jack Hedley), con l'aiuto dello studioso di psicologia Paul Davis (Paolo Malco), indaga su di un serial killer che si rende riconoscibile solo dalla voce, simile a quella di Paperino.
Dopo una redditizia parentesi dedicata all'horror, Lucio Fulci ritorna al genere thriller, inevitabilmente influenzato e sporcato dalla violenza espressa in pellicole quali ...E tu vivrai nel terrore! L'aldilà e Quella villa accanto al cimitero, entrambe datate 1981. Una potenza visiva venata da ambizioni disturbanti si riversa in questo giallo newyorkese dalle tinte scarlatte, che presenta numerose scene di assassinio, unite a una perversione e a un sguardo torbido sui corpi femminili che rasenta il voyeuristico. Lacerazioni fisiche e versamenti di sangue, sgradevoli al limite della repulsione, non coprono comunque le pecche di una pellicola basata su un'idea poco originale e su una sceneggiatura esile, che si riduce a raffigurazione di una ferocia assassina gratuita e fine a se stessa. La motivazione che spinge il serial killer, stridente e grottesca nella sua follia, vorrebbe essere una critica alla superficialità della società contemporanea, ma il messaggio non penetra in profondità come una lama nella carne viva, rimanendo epidermico. Storia e sceneggiatura di Fulci, Gianfranco Clerici, Vincenzo Mannino e Dardano Sacchetti. Musiche di Francesco De Masi, fotografia di Luigi Kuveiller.
Dopo una redditizia parentesi dedicata all'horror, Lucio Fulci ritorna al genere thriller, inevitabilmente influenzato e sporcato dalla violenza espressa in pellicole quali ...E tu vivrai nel terrore! L'aldilà e Quella villa accanto al cimitero, entrambe datate 1981. Una potenza visiva venata da ambizioni disturbanti si riversa in questo giallo newyorkese dalle tinte scarlatte, che presenta numerose scene di assassinio, unite a una perversione e a un sguardo torbido sui corpi femminili che rasenta il voyeuristico. Lacerazioni fisiche e versamenti di sangue, sgradevoli al limite della repulsione, non coprono comunque le pecche di una pellicola basata su un'idea poco originale e su una sceneggiatura esile, che si riduce a raffigurazione di una ferocia assassina gratuita e fine a se stessa. La motivazione che spinge il serial killer, stridente e grottesca nella sua follia, vorrebbe essere una critica alla superficialità della società contemporanea, ma il messaggio non penetra in profondità come una lama nella carne viva, rimanendo epidermico. Storia e sceneggiatura di Fulci, Gianfranco Clerici, Vincenzo Mannino e Dardano Sacchetti. Musiche di Francesco De Masi, fotografia di Luigi Kuveiller.
