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I guerrieri dell'anno 2072
Durata
89
Formato
Regista
Nella Roma del futuro, potenti reti televisive detengono il controllo delle menti della popolazione, intrattenuta con violenti giochi di gladiatori motorizzati, messi in scena in un rinnovato Colosseo. Il campione Drake (Jared Martin) è coinvolto suo malgrado in un torneo all'ultimo sangue tra condannati a morte.
I guerrieri dell'anno 2072 appartiene a una breve parentesi di sperimentazione filmica nella carriera di Lucio Fulci, il quale, accantonato momentaneamente il redditizio filone horror-thriller, si cimenta con scarsi risultati artistici in generi a lui non consueti. Dopo il fantasy Conquest del 1983, è la volta di un rozzo ibrido fra fantascienza distopica e peplum, ambientato in una Roma ricostruita in chiave futuribile con scenografie rudimentali, realizzazione tecnica di scarsa qualità, e sostenuto da una debole sottotraccia narrativa sull'influenza e sul potere dei mass media nella società. Fulci gioca con le citazioni e sembra affrontare il tutto con un tono giocoso e leggero, che cozza con le atmosfere cupe ma glacialmente posticce. Pura fantascienza di serie B, che può far sorridere per i goffi scimmiottamenti degli sgargianti scenari urbani di Blade Runner (1982) o per i rimandi al genere del film gladiatorio rivisitato in chiave futuristica attraverso un gusto estetico che richiama alla lontana le atmosfere di Interceptor (1979) di George Miller. In ogni caso, non c'è nulla da salvare. Colonna sonora di Riz Ortolani.
I guerrieri dell'anno 2072 appartiene a una breve parentesi di sperimentazione filmica nella carriera di Lucio Fulci, il quale, accantonato momentaneamente il redditizio filone horror-thriller, si cimenta con scarsi risultati artistici in generi a lui non consueti. Dopo il fantasy Conquest del 1983, è la volta di un rozzo ibrido fra fantascienza distopica e peplum, ambientato in una Roma ricostruita in chiave futuribile con scenografie rudimentali, realizzazione tecnica di scarsa qualità, e sostenuto da una debole sottotraccia narrativa sull'influenza e sul potere dei mass media nella società. Fulci gioca con le citazioni e sembra affrontare il tutto con un tono giocoso e leggero, che cozza con le atmosfere cupe ma glacialmente posticce. Pura fantascienza di serie B, che può far sorridere per i goffi scimmiottamenti degli sgargianti scenari urbani di Blade Runner (1982) o per i rimandi al genere del film gladiatorio rivisitato in chiave futuristica attraverso un gusto estetico che richiama alla lontana le atmosfere di Interceptor (1979) di George Miller. In ogni caso, non c'è nulla da salvare. Colonna sonora di Riz Ortolani.
