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Sono innocente
You Only Live Once
Durata
86
Formato
Regista
Eddie Taylor (Henry Fonda) è un ex detenuto deciso a rifarsi una vita con la sua fidanzata Joan (Sylvia Sidney), ma viene arrestato in quanto ritenuto responsabile di una rapina. Nonostante sia innocente, Eddie, viene condannato a morte. L'uomo trova conforto solo nell'amore incondizionato di Joan e nell'amicizia del cappellano del carcere, padre Dolan (William Gargan). Eddie riesce a evadere ma si trova costretto a uccidere il prete e a fuggire senza meta con la sua donna.
Secondo film americano per Fritz Lang che, dopo Furia (1936), torna a parlare dell'efferatezza che ciascun uomo nasconde dentro di sé, pronta a rivelarsi in qualsiasi momento, e degli strettissimi confini tra innocenza e colpevolezza. Nessuno, sembra dirci il regista tedesco, può dirsi veramente innocente: Eddie non ha nulla a che fare con il reato che gli viene imputato, ma finisce per macchiarsi di un altro delitto; allo stesso modo i rappresentanti della legge e di una società borghese e perbenista sono pronti a condannare ma non ad ammettere di aver sbagliato. A tutto ciò Lang aggiunge un notevole spessore di fatalismo, in quanto il destino di Eddie appare segnato in partenza e tutto quello che l'uomo fa per eludere il fato avverso non fa che peggiorare la sua situazione. Un melodramma amaro e disperato, vivido e toccante grazie ai suoi due protagonisti (splendidamente interpretati da Henry Fonda e Sylvia Sidney, che interpretano una delle prime coppie in fuga della storia del cinema), soli contro tutti, determinati a coronare il loro sogno d'amore nonostante le molteplici avversità che sono costretti ad affrontare. Magistrale fotografia di Leon Shamroy dal taglio espressivo e fosco. Il film ebbe diversi problemi con la censura per via di alcune scene di violenza, alquanto insolite per l'epoca, che portano a una riduzione di quasi 15 minuti rispetto al montaggio originale. L'edizione italiana ha ulteriormente tagliato alcune parti (recuperate nell'edizione dvd) e stravolto nel senso altri passaggi, senza comunque intaccare la portata drammatica e emozionale del prodotto finale.
Secondo film americano per Fritz Lang che, dopo Furia (1936), torna a parlare dell'efferatezza che ciascun uomo nasconde dentro di sé, pronta a rivelarsi in qualsiasi momento, e degli strettissimi confini tra innocenza e colpevolezza. Nessuno, sembra dirci il regista tedesco, può dirsi veramente innocente: Eddie non ha nulla a che fare con il reato che gli viene imputato, ma finisce per macchiarsi di un altro delitto; allo stesso modo i rappresentanti della legge e di una società borghese e perbenista sono pronti a condannare ma non ad ammettere di aver sbagliato. A tutto ciò Lang aggiunge un notevole spessore di fatalismo, in quanto il destino di Eddie appare segnato in partenza e tutto quello che l'uomo fa per eludere il fato avverso non fa che peggiorare la sua situazione. Un melodramma amaro e disperato, vivido e toccante grazie ai suoi due protagonisti (splendidamente interpretati da Henry Fonda e Sylvia Sidney, che interpretano una delle prime coppie in fuga della storia del cinema), soli contro tutti, determinati a coronare il loro sogno d'amore nonostante le molteplici avversità che sono costretti ad affrontare. Magistrale fotografia di Leon Shamroy dal taglio espressivo e fosco. Il film ebbe diversi problemi con la censura per via di alcune scene di violenza, alquanto insolite per l'epoca, che portano a una riduzione di quasi 15 minuti rispetto al montaggio originale. L'edizione italiana ha ulteriormente tagliato alcune parti (recuperate nell'edizione dvd) e stravolto nel senso altri passaggi, senza comunque intaccare la portata drammatica e emozionale del prodotto finale.
