Il prigioniero del terrore

Uscito da un manicomio criminale dove ha scontato due anni in quanto sospettato di avere ucciso la moglie, Stephen Neale (Ray Milland) si reca in una fiera di paese e vince una torta. Quel dolce all'apparenza insignificante trascinerà l'uomo in un intricato affare di spionaggio. Mentre Londra è vittima di costanti bombardamenti, Stephen sembra trovare aiuto solo dai fratelli Carla (Marjorie Reynolds) e Willi Hilfe (Carl Esmond). Ma la realtà è più complicata di quel che appare.

Una storia di spie e loschi intrighi, confezionata con impeccabile professionalità da Fritz Lang, sebbene abbia il labile spessore del divertissement godibile ma innocuo. L'intreccio complicatissimo e a tratti paradossale inficia solo in parte un prodotto che punta molto più sull'azione e l'elemento thriller rispetto all'introspezione psicologica. Anche il comparto visivo (splendida la fotografia di Henry Sharp che gioca con i chiaroscuri e le ombre dando al tutto un'atmosfera vagamente onirica e astratta) è suggestivo ma la sua portata espressiva è meno folgorante e interessante in confronto ad altre opere del maestro tedesco. Tratto dal romanzo Ministry of Fear di Graham Greene (pubblicato in Italia con il titolo Quinta colonna), sceneggiato e prodotto da Seton I. Miller che si scontrò ripetutamente con Lang, rifiutando qualsiasi modifica al copione proposta dal regista. Il risultato è quindi un lavoro su commissione, meno impersonale di quanto si possa pensare ma che rientra nell'esiguo novero delle opere minore della filmografia langhiana.