Vecchia guardia
Durata
85
Formato
Regista
In un paesino vicino a Roma, poco prima della marcia fascista sulla città, gli scioperi minacciano di paralizzare diverse realtà lavorative. Roberto (Mino Doro) cerca di restaurare l'ordine organizzando spedizioni punitive contro i sovvertitori: in una di queste, a sua insaputa, si aggrega il giovanissimo fratello Mario (Franco Brambilla), che perderà la vita accidentalmente. L'episodio serve a calmare gli animi e a convincere anche gli ultimi indecisi ad aderire al PNF e a marciare sulla capitale.
Girato negli anni di massima gloria del regime fascista, Vecchia guardia risente pesantemente del clima propagandistico nel quale è calato. Realizzato con lo scopo di celebrare e ricreare le origini degli squadroni, il film rinuncia a qualsiasi imparzialità esaltando le presunte qualità del partito con abbondante retorica contenutistica e stilistica. La pellicola prende le mosse da un soggetto studiato a tavolino, ricco di figure stereotipate e sgradevoli (come la connotazione tra buoni e cattivi) ma è proprio il regista che decide di rincarare ulteriormente la dose adottando uno stile pomposo e a tratti lirico che enfatizza (anche grazie all'impiego notevole delle luci dirette da Otello Martelli) tutto ciò che rappresenta i valori del partito. L'operazione risulta nel complesso tanto posticcia che persino gli ufficiali fascisti non gradirono la prima visione, accorgendosi del forzato afflato retorico che avrebbe potuto suscitare feroci critiche.
Girato negli anni di massima gloria del regime fascista, Vecchia guardia risente pesantemente del clima propagandistico nel quale è calato. Realizzato con lo scopo di celebrare e ricreare le origini degli squadroni, il film rinuncia a qualsiasi imparzialità esaltando le presunte qualità del partito con abbondante retorica contenutistica e stilistica. La pellicola prende le mosse da un soggetto studiato a tavolino, ricco di figure stereotipate e sgradevoli (come la connotazione tra buoni e cattivi) ma è proprio il regista che decide di rincarare ulteriormente la dose adottando uno stile pomposo e a tratti lirico che enfatizza (anche grazie all'impiego notevole delle luci dirette da Otello Martelli) tutto ciò che rappresenta i valori del partito. L'operazione risulta nel complesso tanto posticcia che persino gli ufficiali fascisti non gradirono la prima visione, accorgendosi del forzato afflato retorico che avrebbe potuto suscitare feroci critiche.