Marcella (Elisa Cegani) è una modella che sotto le mentite spoglie di contessa (per mostrare gli abiti dello stilista alle sfere più altolocate) conosce Gino (Antonio Centa), un famoso calciatore. I due si innamorano, ma lei teme di perderlo per via della sua natura umile.

Ricordato come uno dei principali esponenti dei cosiddetti “telefoni bianchi” (filone di commedie italiane ambientate nella società altolocata), La contessa di Parma è un film leggero e godibile che prova a fare dell'elevata formalità estetica, a cui Blasetti mette la firma, la sua primaria qualità. Sul piano visivo l'operazione è sicuramente vincente grazie alle sinuosità fluide dei movimenti della macchina da presa e la composizione attenta del quadro scenico, ma a livello contenutistico non convince del tutto, stentando a decollare come dovrebbe proprio per via di una sceneggiatura troppo verbosa e poco frizzante, e per via di una trama decisamente banale e mirata al lieto fine. A salvare l'opera dal piattume totale sono solo le raffinate scelte estetiche del regista.
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