Pietro Gadda (Daniele Crespi) è un direttore d'orchestra in balia di una forte depressione causata dall'abbandono della donna amata (Florica Alexandresco accreditata come Venera Alexandrescu). Intenzionato a suicidarsi, l'uomo cambia idea salvando la vita a un bambino che rischiava di essere investito da un camion: da quel momento deciderà di dedicarsi nuovamente all'attività musicale, ritrovando una nuova linfa artistica.

Resurrectio è il primo film sonoro girato in Italia, sebbene uscito in sala con qualche ritardo e dopo La canzone dell'amore (1930) di Gennaro Righelli. È il secondo lungometraggio girato da Alessandro Blasetti, che denota sin da subito una certa autonomia stilistica e voglia di sperimentare: prendendo le mosse da un soggetto poco sorprendente e canonico, il regista riesce, grazie alle sue trovate stilistiche, a vivacizzare l'insieme. La pellicola sembra strizzare l'occhio alle estetiche avanguardistiche di quegli anni (soprattutto nell'utilizzare il sonoro in maniera straniante) ma la capacità di Blasetti si palesa soprattutto nell'impiego di una regia precisa (la perfetta composizione del quadro sembra il suo forte) e sapiente, come dimostrano le lunghe inquadrature organizzare nei minimi dettagli. Tra i difetti si può segnalare un'analisi psicologica un po' troppo superficiale, non tanto per quanto riguarda la “resurrezione” del protagonista, quanto per la sua “conversione” alla vita, che comunque non disturba più di tanto la visione.
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