Il ricco signor Paseroni (Gino Cervi) rischia di veder compromessa la bellissima veduta che gode dalla sua villa sul mare a causa della riedificazione di un ospizio andato distrutto durante la guerra. La sua vicenda si intreccerà con quella di Maria (Carla Gravina) e Paolo (Geronimo Meynier), due giovani innamorati ma di diverso rango sociale, costretti per questo alla fuga.

Ritrovando nuovamente Cesare Zavattini tra gli sceneggiatori, Blasetti continua il suo percorso all'interno della commedia per il grande pubblico, dopo il notevole successo popolare ottenuto con Peccato che sia una canaglia (1954) e La fortuna di esser donna (1956). Meno brillante e più macchinoso dei modelli precedenti, il film procede con compassata convenzionalità, come se avesse Blasetti avesse individuato la formula vincente e si limitasse a riciclare situazioni standardizzate. Anche la scrittura, scissa e poco armonizzata, a causa della scelta di concentrarsi su due filoni narrativi distinti, è meno fluida e più ingessata del solito. Premio per la miglior interpretazione femminile al Festival di Locarno a Carla Gravina.
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