Agente Lemmy Caution, missione Alphaville
Alphaville, une étrange aventure de Lemmy Caution
1965
Paesi
Francia, Italia
Generi
Noir, Poliziesco, Fantascienza
Durata
99 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Jean-Luc Godard
Attori
Eddie Constantine
Anna Karina
Akim Tamiroff
Honrad Vernon
Jean-Pierre Léaud
László Szabó
L'agente Lemmy Caution (Eddie Constantine) è in missione segreta ad Alphaville, città appartenente a un'altra galassia. Qui la vita è regolata da Alpha 60, un sofisticatissimo computer che impedisce agli abitanti di sviluppare la creatività e ogni forma di sregolatezza. Il compito del detective è quello di catturare il suo creatore, Leonard Nosferatu (Howard Vernon). Nel corso degli anni Cinquanta, Eddie Constantine divenne famoso per aver più volte interpretato Lemmy Caution, agente creato dalla penna dell'inglese Peter Cheyney. Naturalmente, però, in questo caso non ci troviamo davanti a una semplice nuova indagine del noto detective, ma di fronte a un'opera cinematografica di grande spessore estetico diretta da un regista che non si sarebbe mai accontentato di firmare un semplice poliziesco come tanti. Jean-Luc Godard, nello stesso anno de Il bandito delle 11, costruisce un riuscito mix di noir e fantascienza, che guarda al cinema del passato senza trascurare il futuro. I riferimenti sono i classici film di genere con Humphrey Bogart degli anni Quaranta, ma anche il cinema muto e l'espressionismo tedesco: non a caso il personaggio dell'inventore si chiama Nosferatu (come il capolavoro di F.W. Murnau del 1922), e l'attore che lo interpreta è quel Howard Vernon che era stato tra gli interpreti dell'ultimo lungometraggio di Fritz Lang, Il diabolico Dr. Mabuse (1960). Godard sperimenta col sonoro, gioca con la luce e la fotografia, sguazza nel bianco e nero di Raoul Coutard e non lesina una certa malinconia di fondo per un personaggio – ormai sorpassato, nel decennio di James Bond – che riprenderà diversi anni dopo in Allemagne 90 neuf zéro (1991). Alphaville è Parigi, ripresa nei suoi angoli più avveniristici. Inizialmente avrebbe dovuto chiamarsi Tarzan contro IBM, un titolo che avrebbe reso ancor più esplicito quel contrasto tra il vecchio (il noir; l'investigatore) e il nuovo (la fantascienza; la città del “futuro”) di cui il film è ricco in ogni sequenza. Orso d'oro al Festival di Berlino.
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