Darò un milione
Durata
79
Formato
Regista
Un ricco milionario annoiato dalla sua vita agiata (Vittorio De Sica) decide di travestirsi da povero mendicante promettendo di regalare un milione a chi si dimostrerà gentile con lui nonostante le apparenze. In questa maniera conoscerà una ragazza (Assia Noris) spinta da veri sentimenti nei suoi confronti.
Darò un milione è il film che segna l'inizio della collaborazione artistica per la coppia De Sica-Noris che in futuro avrà modo di lavorare ancora al centro delle commedie dirette da Camerini (come Il signor Max del 1937 o I grandi magazzini del 1939). La pellicola è una delle migliori realizzate in Italia in quegli anni e, allo stesso tempo, segna uno dei punti più alti della carriera del cineasta: prendendo spunto da una trama di lancio esile e non troppo originale, Camerini costruisce un film dinamico e spigliato, capace di mantenere costantemente elevato il ritmo e il tasso ironico. Inoltre, la capacità degli sceneggiatori (tra i quali svetta Cesare Zavattini) di provare a costruire una commedia sofisticata sul modello americano, connotandola con scelte di stampo più europeo (ad esempio il gusto per il grezzo e l'ambientazione popolana), costituisce una grande carta a favore del risultato finale. Il film venne presentato alla terza Mostra del Cinema di Venezia e fu alla base di un remake statunitense uscito nel 1938 (I'll Give a Million diretto da Walter Lang).
Darò un milione è il film che segna l'inizio della collaborazione artistica per la coppia De Sica-Noris che in futuro avrà modo di lavorare ancora al centro delle commedie dirette da Camerini (come Il signor Max del 1937 o I grandi magazzini del 1939). La pellicola è una delle migliori realizzate in Italia in quegli anni e, allo stesso tempo, segna uno dei punti più alti della carriera del cineasta: prendendo spunto da una trama di lancio esile e non troppo originale, Camerini costruisce un film dinamico e spigliato, capace di mantenere costantemente elevato il ritmo e il tasso ironico. Inoltre, la capacità degli sceneggiatori (tra i quali svetta Cesare Zavattini) di provare a costruire una commedia sofisticata sul modello americano, connotandola con scelte di stampo più europeo (ad esempio il gusto per il grezzo e l'ambientazione popolana), costituisce una grande carta a favore del risultato finale. Il film venne presentato alla terza Mostra del Cinema di Venezia e fu alla base di un remake statunitense uscito nel 1938 (I'll Give a Million diretto da Walter Lang).