Gli innamorati
Durata
85
Formato
Regista
Nando (Sergio Raimondi), Franco (Franco Interlenghi) e Otello (Nino Manfredi) vivono in un piccolo quartiere romano e sono amici da sempre. Il primo, meccanico, arrotonda facendo la comparsa nei fotoromanzi; il barbiere Otello, invece, è perdutamente innamorato di Adriana (Antonella Lualdi), che però è attratta dal donnaiolo Franco. Quando Ines (Cosetta Greco), moglie insoddisfatta, inizia a stuzzicare proprio quest'ultimo, gli equilibri dei tre verranno sconvolti.
Mauro Bolognini si getta a capofitto nel cosiddetto neorealismo rosa e dirige questo nostalgico ritratto di un'Italia ormai affrancata dall'orrore della Seconda guerra mondiale e proiettata verso il boom economico; non a caso, troviamo un meccanico, un barbiere, una sarta e chiunque cerchi di sbarcare il lunario per mezzo di un lavoro umile. Il risultato, però, non è all'altezza delle premesse: il film si regge solo sulle spalle dei suoi bravi protagonisti, da uno sfrontato Franco Interlenghi alla riconoscibile ingenuità di Nino Manfredi. Gino Cervi (Cesare), invece, appare poco a suo agio con l'atmosfera romana che si respira. Per il resto, è un lungometraggio ordinario e privo di guizzi degni di nota. Scritto dal regista con Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa e Giuseppe Mangione. In una piccola parte c'è anche Gigi Reder, futuro ragionier Filini in Fantozzi (1975) di Luciano Salce.
Mauro Bolognini si getta a capofitto nel cosiddetto neorealismo rosa e dirige questo nostalgico ritratto di un'Italia ormai affrancata dall'orrore della Seconda guerra mondiale e proiettata verso il boom economico; non a caso, troviamo un meccanico, un barbiere, una sarta e chiunque cerchi di sbarcare il lunario per mezzo di un lavoro umile. Il risultato, però, non è all'altezza delle premesse: il film si regge solo sulle spalle dei suoi bravi protagonisti, da uno sfrontato Franco Interlenghi alla riconoscibile ingenuità di Nino Manfredi. Gino Cervi (Cesare), invece, appare poco a suo agio con l'atmosfera romana che si respira. Per il resto, è un lungometraggio ordinario e privo di guizzi degni di nota. Scritto dal regista con Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa e Giuseppe Mangione. In una piccola parte c'è anche Gigi Reder, futuro ragionier Filini in Fantozzi (1975) di Luciano Salce.