Fine Ottocento. Metello Salani (Massimo Ranieri), giovane cresciuto in campagna, si sposta a Firenze per lavorare come muratore. L'ambiente cittadino, i colleghi e le condizioni di lavoro difficili contribuiscono a formare in lui una robusta coscienza socialista, che lo porta a scontrarsi con la polizia e a finire in carcere. Proprio in una di queste occasioni conosce Ersilia (Ottavia Piccolo), con la quale inizierà una relazione.

Tratto dal romanzo omonimo di Vasco Pratolini e diretto da Mauro Bolognini, Metello inaugura la collaborazione del regista con Massimo Ranieri (doppiato in toscano). Una pellicola tra le più riconosciute nella filmografia dell'autore pistoiese: confezione notevolissima (la ricostruzione scenografica di Roberto Granieri, i costumi di Pier Luigi Samaritani, le musiche di Ennio Morricone e la fotografia di Ennio Guarnieri) e grande partecipazione emotiva, virata sul tema sociale. Intenso e ben congegnato anche nelle parti melò (i siparietti sentimentali del protagonista con le donne della sua vita), anche se la retorica abbonda (a tratti fastidiosamente) e il finale affrettato mal si concilia con il respiro drammatico della vicenda. In ogni caso, un'operazione coerente e sentita. Sceneggiato da Bolognini con Luigi Bazzoni, Suso Cecchi D'Amico e Ugo Pirro. Presentato in concorso al Festival di Cannes (insieme a Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri, 1970), vinse il premio per la migliore attrice (un'intensa Ottavia Piccolo).
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