Marisa (Marisa Allasio), bellissima e ammirata gelataia alla stazione di Civitavecchia, affronta la vita al motto di “che fatica essere belle“. Corteggiatissima, non sa chi scegliere: a farle battere il cuore è il marinaio Angelo (Renato Salvatori), ma i caratteri dei due non sembrano essere compatibili.

Dopo Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo (1956), Mauro Bolognini rimane sul bozzettismo da neorealismo rosa, concentrandosi sull'estetica (il bel bianco nero di Carlo Carlini) e su una scrittura non banale (la sceneggiatura, firmata dal regista con Tatina Demby e Pier Paolo Pasolini, riserva più di una stoccata alle ipocrisie della morale e al cosiddetto senso del pudore). Purtroppo lo sviluppo non riesce a mantenere le premesse, perdendosi tra alcuni didascalismi, un andamento dispersivo e qualche ingenuità di troppo. Anche le caratterizzazioni rimangono in superficie, ma il personaggio di Marisa, con le sue sfide ostinate all'ordine precostituito, colpisce spesso nel segno, stimolando l'adesione e una partecipe riflessione. Il che è già qualcosa. Francisco Rabal è Antonio. Musiche di Carlo Rustichelli.
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