Tre disoccupati (Gigi Proietti, Rodolfo Laganà e Andrea Ascolese) passano le loro giornate a scommettere ai cavalli, sperando di ottenere la vincita che li renderà ricchi. I tre, con l'aiuto dell'ex socio di giocate Armando detto "Er Pomata" (Enrico Montesano), architettano un piano articolatissimo e provano la cosiddetta “mandrakata” per svoltare definitivamente.

Nato con scarse ambizioni da una sceneggiatura di Alfredo Giannetti, Steno ed Enrico Vanzina, Febbre da cavallo è diventato negli anni un cult del genere. Si tratta di uno degli ultimi afflati della commedia all'italiana, un film che pesca a mani basse dal mondo delle scommesse romano per dare vita a dei personaggi a dir poco spassosi. Ognuno caratterizzato al meglio, questi volti sono la dimostrazione di come per fare una buona commedia bisogna guardarsi attorno e trarre linfa dalla quotidianità più vicina. Dal macellaio Manzotin ai creditori Er Ventresca, Bellicapelli ed Er Roscio, la galleria di figure divertenti è tra le più ricche ed è il vero punto di forza di un film dal ritmo, comunque, un po' troppo altalenante e vittima di qualche sketch dozzinale di troppo. Proietti e Montesano sono completamente calati nella parte e perfetti per il ruolo, il motivetto musicale di Franco Bixio, Fabio Frizzi e Vince Tempera indimenticabile. Nel 2002 ne è stato fatto un dimenticabile seguito con gli stessi protagonisti intitolato Febbre da cavallo – La mandrakata.
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