Polikuska (Folco Lulli) è un servitore onesto e fedele, con una famiglia a carico. Unico difetto: non riesce a smettere di bere. Un giorno gli verrà affidata una missione molto importante, ovvero trasportare una ricchissima somma di denaro. Qualcuno, però, lo deruberà.

Traendo spunto da un racconto di L. Tolstoj, Carmine Gallone dirige un melodramma carico di tragedia ma questa volta rinuncia a tutta una serie di elementi furbi e retorici che invece avevano caratterizzato le sue pellicole precedenti, come ad esempio Le due orfanelle (1942) o Il canto della vita (1945). Concentrandosi più sull'umanità quotidiana dei suoi personaggi piuttosto che sugli orpelli decorativi del dramma, il regista non riesce tuttavia a convincere del tutto. Infatti il film risulta solido nella sua struttura (merito da attribuire alla novella da cui è tratto) ma manca di guizzo cinematografico. Gli attori sono in parte (in primis il protagonista Folco Lulli), però il tutto dà l'impressione di essere solo un compito ben eseguito, privo di ogni entusiasmo autoriale.
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