Renè (Jan Kiepura) è un tenore polacco che a Parigi conosce Bénise (Martha Eggerth), una connazionale di cui si innamora, ricambiato. La ragazza, pur di aiutare il suo amato a trovare lavoro nel teatro dell'opera, chiederà l'aiuto di un suo spasimante.

Dopo una piccola incursione nel cinema operistico (Rigoletto (1946)) e nella commedia (Biraghin del 1946), Carmine Gallone torna a lavorare su una pellicola melodrammatica. Ambientando la vicenda nel mondo della musica lirica, a lui tanto caro, il regista dirige Addio Mimì! in maniera svogliata e frettolosa, interessato solo a riproporre sul grande schermo la coppia Egghert-Kiepura decisamente famosa all'epoca. Il lungometraggio ha come unico obiettivo quello di commuovere lo spettatore abbondando di retorica e presentando un finale dal grande impianto patetico. Interessante l'intuizione di richiamare in parallelo i fatti dell'opera Bohème di Puccini, che però il regista non approfondisce quanto dovrebbe. Il risultato è un film piuttosto piatto che non propone nulla di nuovo e che prova a sfruttare meccanismi drammaturgici ormai ampiamente conosciuti e superati.
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