Com'era verde la mia valle
How Green Was My Valley
Premi Principali
Oscar alla miglior regia 1942
Durata
118
Formato
Regista
Galles, fine Ottocento. Prima di lasciare per sempre il villaggio minerario in cui è cresciuto, Huw Morgan (Roddy McDowall) rievoca la sua infanzia e ricorda come disoccupazione, migrazioni forzate, rovesci del destino e pregiudizi hanno distrutto irreparabilmente la felicità della sua famiglia.
Tratto da un celebre romanzo di Richard Llewellyn, la cui vicenda è in un certo modo accostabile a I Malavoglia di Giovanni Verga, è una nostalgica saga familiare che, attraverso il racconto della disgregazione del nido domestico, mette in scena il tramonto irreversibile della genuinità arcaica di fronte al progresso. Il respiro naturalista si contamina così con il melodramma, mentre l'adozione del punto di vista del piccolo Huw non impedisce al regista di soffermarsi con delicatezza sulla sfortunata storia d'amore tra Angharad (Maureen O'Hara) e il pastore Gruffydd (Walter Pidgeon) così come di insistere sul tema civile delle condizioni dei minatori. Per quanto oggi appaia un po' stantio lo stile recitativo, emerge il grande senso plastico di ogni inquadratura e sono diverse le pagine struggenti: dal prologo di grandiosa bellezza alle scene dei canti degli operai, fino al drammatico finale. Ford conquista per la prima e unica volta l'Oscar al miglior film, vinto insieme ad altre quattro statuette: regia, attore non protagonista (Donald Crisp), fotografia (Arthur C. Miller) e scenografia (Richard Day, Nathan Juran, Thomas Little).
Tratto da un celebre romanzo di Richard Llewellyn, la cui vicenda è in un certo modo accostabile a I Malavoglia di Giovanni Verga, è una nostalgica saga familiare che, attraverso il racconto della disgregazione del nido domestico, mette in scena il tramonto irreversibile della genuinità arcaica di fronte al progresso. Il respiro naturalista si contamina così con il melodramma, mentre l'adozione del punto di vista del piccolo Huw non impedisce al regista di soffermarsi con delicatezza sulla sfortunata storia d'amore tra Angharad (Maureen O'Hara) e il pastore Gruffydd (Walter Pidgeon) così come di insistere sul tema civile delle condizioni dei minatori. Per quanto oggi appaia un po' stantio lo stile recitativo, emerge il grande senso plastico di ogni inquadratura e sono diverse le pagine struggenti: dal prologo di grandiosa bellezza alle scene dei canti degli operai, fino al drammatico finale. Ford conquista per la prima e unica volta l'Oscar al miglior film, vinto insieme ad altre quattro statuette: regia, attore non protagonista (Donald Crisp), fotografia (Arthur C. Miller) e scenografia (Richard Day, Nathan Juran, Thomas Little).