Il canone del male
Aku no kyĹten
Durata
129
Formato
Regista
All'accademia Shinko è da poco arrivato Hasumi (Hideaki ItĹ), il nuovo insegnante di inglese giovane, carismatico e benvoluto da studenti e colleghi. Le cose sembrano procedere normalmente fra esami, cotte adolescenziali e piccoli atti di bullismo, fino a quando le ricerche di un ambiguo professore (Mitsuru Fukikoshi) fanno emergere alcuni inquietanti dettagli sul passato di Hasumi. Di lì a poco la situazione precipiterà vertiginosamente.
Atteso ritorno di Miike al cinema eccessivo e grandguignolesco che lo ha reso celebre fra il pubblico di mezzo mondo e temporaneamente messo da parte dopo gli spiazzanti Izo (2004) e Imprint (2006). Questa volta il punto di partenza è l'omonimo romanzo di Yusuke Kishi, da cui Miike ricava una materia potenzialmente caotica e dispersiva per assoggettarla a una messa in scena raffinata e gelidamente controllata. Non lontana dai territori dello slasher, oltre metà pellicola è dedicata alla presentazione dei personaggi e all'intreccio dei destini. Il fulcro risiede però nella seconda parte, dove il massacro esplode puntuale e feroce, realmente disturbante nonostante lo straniante umorismo e le virate grottesche. Sotto la superficie di follia e violenza si leggono a chiare lettere la denuncia di un sistema educativo fallimentare e aggressivo, e la rappresentazione di una gioventĂą impotente, disunita e priva di punti di riferimento. Certamente disomogeneo, ma il disegno complessivo funziona e la crescita emotiva è evidente con il passare dei minuti.
Atteso ritorno di Miike al cinema eccessivo e grandguignolesco che lo ha reso celebre fra il pubblico di mezzo mondo e temporaneamente messo da parte dopo gli spiazzanti Izo (2004) e Imprint (2006). Questa volta il punto di partenza è l'omonimo romanzo di Yusuke Kishi, da cui Miike ricava una materia potenzialmente caotica e dispersiva per assoggettarla a una messa in scena raffinata e gelidamente controllata. Non lontana dai territori dello slasher, oltre metà pellicola è dedicata alla presentazione dei personaggi e all'intreccio dei destini. Il fulcro risiede però nella seconda parte, dove il massacro esplode puntuale e feroce, realmente disturbante nonostante lo straniante umorismo e le virate grottesche. Sotto la superficie di follia e violenza si leggono a chiare lettere la denuncia di un sistema educativo fallimentare e aggressivo, e la rappresentazione di una gioventĂą impotente, disunita e priva di punti di riferimento. Certamente disomogeneo, ma il disegno complessivo funziona e la crescita emotiva è evidente con il passare dei minuti.