Bengt (Birger Malmsten) è un bravo pianista, diventato cieco a causa di un incidente avvenuto mentre era sotto le armi. Per via della sua condizione verrà aiutato da una ragazza (Mai Zetterling), orfana di padre. Tra i due nascerà un profondo affetto.

Ispirandosi a un romanzo di Dagmar Edqvist, Ingmar Bergman firma un melodramma piuttosto innocuo, non melenso ma piuttosto scolastico. Al suo quarto lungometraggio, il regista riprende tematiche già affrontate nei suoi film precedenti (i rapporti sentimentali e intergenerazionali) virandoli in una chiave decisamente più struggente e malinconica. La pellicola può emozionare, ma i limiti sono in una regia ancora piuttosto insicura e didascalica che punta troppo sui personaggi e poco su come rappresentarli al meglio. Attori mediocri.
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