Una sezione sanitaria dell'esercito italiano, distaccata in Libia nel 1940, vive la Seconda guerra mondiale in modo tranquillo e sereno. Purtroppo i tempi cambiano velocemente e le bombe arriveranno a stravolgere le vite del maggiore Strucchi (Alessandro Haber), del tenente Salvi (Giorgio Pasotti) e del frate Simeone (Michele Placido).

Mario Monicelli, nell'ultimo film della sua carriera, girato a 91 anni, si affida al suo classico repertorio da commedia. Il regista torna alle origini, raccontando con ironia e amarezza le disavventure di uomini comuni costretti ad affrontare le difficoltà della lotta armata. La grande guerra (1959) è molto distante, ma grazie a un cast composto da buoni interpreti, la pellicola non perde ritmo e risulta godibile fino alla fine. I personaggi da ricordare sono quelli interpretati da Tatti Sanguineti, Michele Placido e Alessandro Haber, che proprio con il ruolo del maggiore Strucchi ha vinto il Nastro d'argento nel 2007. Il soggetto è tratto da Il deserto di Libia di Mario Tobino (già portato sul grande schermo da Dino Risi in Scemo di guerra del 1985) e arricchito dall'episodio del soldato Sanna da Guerra d'Albania di Giancarlo Fusco. Sceneggiatura firmata dal regista insieme a Alessandro Bencivenni e Domenico Saverni.
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