Alberto Menichetti (Alberto Sordi) è un fifone patentato che vive con l'anziana zia e un'attempata domestica. Più l'uomo cerca di stare lontano dai guai, più li attira e ne rimane coinvolto.

Al grido di «Allora me volete incastrà!» il protagonista, incarnato magistralmente da Alberto Sordi, è il simbolo di un italiano fastidioso e timoroso che cerca di affermarsi con furbizia e meschinità. Sono lontani anni luce i poveri diavoli di Guardie e ladri (1951): quella che fotografa Monicelli è una società trasformata dall'arrivismo più spietato. Nonostante le trovate divertenti siano solo un pretesto, gli spassosi scambi tra la vedova Franca Valeri e Sordi sono da manuale. Da ricordare il dialogo tra i due sulla tomba del marito defunto, mentre si accordano su chi dovrà continuare a lavorare e in cambio di cosa. Il regista qui non solo brandisce lo specchio, ma vuol aiutare l'italiano pre-boom economico a inquadrare i propri difetti affinché possa redimersi e cambiare. Sceneggiatura firmata a quattro mani dalla coppia Monicelli-Rodolfo Sonego e prestigiosa colonna sonora del futuro premio Oscar Nino Rota.
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